Deridere la perfezione per esaltare le cicatrici: eccoci.
Abbiamo rifiutato i dettami di una società in declino che non ci rappresenta: davanti a quest’orgia di cose e senz’anima che urlano ma che non dicono niente, davanti al modello dell’uomo schiavo di un lavoro ingrato, davanti al desiderio di quest’epoca che ci vorrebbe tutti uguali e tutti perfetti, noi abbiamo saputo fuggire.
Al contrario, abbiamo abbracciato la filosofia della stortura, del graffio congenito sinonimo di unicità e della non riproducibilità. Amiamo ogni segno di tormento inciso sul materiale perché simbolo della più umana delle caratteristiche, la fallibilità. Però noi l’abbiamo tradotta in un elogio eccitato della singolarità.
Abbiamo ristimato il lavoro, gli abbiamo conferito di nuovo la dignità che merita: nella catena produttiva dei nostri sogni fatti materia, nessun anello viene dimenticato, nessun passaggio è svalutato.
Ci siamo richiamati ai tempi in cui l'arte era fulcro e motore, in cui i creativi erano protagonisti, e il compito del mondo era proteggerli.
Torniamo alla memoria per proiettarci in un futuro capace di valorizzare senza paura le spalle dei giganti sulle quali ci sediamo. Torniamo alle arti minori, agli intarsi, ai cesellamenti, torniamoci con la pazienza della passione per il materiale. Noi abbiamo coniugato tutto questo creando un essere speciale: il lusso.
Lusso è piacere, è tempo, è godimento di un attimo che non può tornare. Lusso è emblema di dedizione, sapienza, creatività fatta materia. Il lusso trasmette e contamina, rende più umani perchè è dell'uomo amare le cose belle e fuggire la noia, la ripetizione, le storie che non dicono nulla.
Il tempo si è fermato. Come un insetto catturato dalla resina, la nostra cultura e la maestria dei nostri artigiani sono stati chiusi nel cuore del lavoro che facciamo.
Carlo Apollo